Pancia: tutto quello che devi sapere sul grasso addominale

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La pancia, spesso considerata un indicatore visibile della salute generale, è un’area del corpo che suscita un interesse significativo, specialmente in relazione alla nutrizione. Oltre all’aspetto estetico, la sua forma e dimensione possono riflettere direttamente le abitudini alimentari e lo stato di salute complessivo di una persona. Esplorare il legame tra nutrizione e salute dell’addome non solo offre preziose informazioni per mantenersi in forma, ma anche per favorire il benessere generale e prevenire disturbi gastrointestinali e altre patologie correlate.

Le problematiche legate all’addome

Durante gli anni, ho sentito molte volte pazienti, sia uomini che donne (soprattutto in prossimità della menopausa, o in menopausa conclamata) lamentare il fatto che quando non sono regolari con l’alimentazione, il punto del corpo che più ne risente è proprio l‘addome. Non solo si arrotonda in modo antiestetico ma provoca delle difficoltà motorie non da poco. 

Ad esempio, si fa più fatica a piegarsi per raccogliere le cose da terra o semplicemente per allacciarsi le scarpe! Per non parlare dei disturbi gastrici come pesantezza dopo i pasti, sonnolenza, reflusso, gonfiori addominali continui e disturbi del sonno stesso, difficoltà a dormire e a riposare bene, russamenti e apnee notturne.

Il legame tra alimentazione e addome

L’alimentazione rappresenta il principale fattore che influisce sull’appesantimento dell’addome, soprattutto in termini di quantità di accumulo. Inoltre, un’attività fisica regolare insufficiente contribuisce al peggioramento di tale accumulo, poiché riduce la qualità metabolica del tessuto adiposo. Quest’ultimo è un organo fondamentale, simile al cuore o al fegato, e quando compromesso, può trasformarsi in una “macchina infiammatoriapotenzialmente dannosa. Pertanto, sia per la salute estetica che metabolica, nonché per il benessere psichico, l‘alimentazione e l’attività fisica rappresentano sempre i due pilastri fondamentali.

Tuttavia, se non sempre è immediatamente possibile integrare l’attività fisica nelle nostre giornate a causa di impegni familiari, lavorativi e altri, l’alimentazione rimane il primo aspetto su cui concentrarsi per migliorare il disagio causato dall’accumulo addominale

Ricorda: anche se inserire il movimento potrebbe essere difficile, non è impossibile, e persino piccoli cambiamenti nella routine quotidiana possono fare la differenza nel lungo termine.

Il mio approccio

In linea generale, questo è l’approccio che seguo quando un paziente si presenta con problematiche relative all’addome. Come prima cosa, cerco di capire attraverso l’anamnesi, lo stile alimentare della persona e quali sono gli errori più evidenti che vengono commessi.

In seguito, sempre concordando con il paziente la fattibilità  nella loro quotidianità delle proposte fatte, strutturo un percorso alimentare personalizzato. Questo, pur agendo sulla riduzione delle cattive abitudini che portano all’appesantimento, mantenga anche un certo grado di flessibilità e soddisfazione nel mangiare venendo incontro anche alle esigenze di socialità.

Cosa mangiare quando si ha grasso addominale?

Il primo passo sarà agire sulla riduzione di zuccheri semplici e carboidrati, ma mai di una loro eliminazione bensì di una loro modulazione, accompagnati sempre 

  • da una quota proteica (spesso non presente in modo regolare) e 
  • da una fonte di verdura (meglio se stagionale).

L’ultimo fattore da considerare è ciò che ci si può aspettare dopo un periodo di riequilibrio alimentare condotto correttamente. Di solito, i disturbi gastrici, intestinali e del sonno migliorano notevolmente e le persone sperimentano un miglioramento del benessere psicologico. Tuttavia, nonostante questi risultati positivi, molti pazienti segnalano una frustrazione persistente per un aspetto estetico: sebbene l’addome si sgonfi, l’accumulo di grasso rimane ancora visibile.

Grasso sulla pancia: le due diverse tipologie

In base a quanto appena detto, questo succede perché ci sono due tipologie di grasso da considerare quando si parla di grasso addominale:

  • quello che cresce più internamente attorno ai visceri;
  • quello che si accumula all’esterno, che si dispone sopra la parete addominale e sui fianchi.

Le due tipologie di grasso rispondono diversamente alla dieta, soprattutto per quanto riguarda le tempistiche. Il primo, il grasso addominale interno è quello che se ne va per primo, e risponde bene a diete normali di riequilibrio, non particolarmente restrittive. Invece il secondo, quello esterno, risponde meglio a diete molto restrittive; quindi più difficili da fare e frustranti e ci impiega più tempo ad andarsene.

Una soluzione per risultati su tutti i fronti 

Come Dietista, ho cercato di creare soluzioni che permettano di ottenere risultati entrambi i fronti ma sempre mantenendo l’alimentazione piacevole e fattibile sul lungo periodo!

Ad esempio, dopo il primo periodo di riequilibrio, dove osservo la risposta del corpo alla stimolazione alimentare, posso proporre alcuni giorni di riduzione di carboidrati, oppure piccoli periodi di dieta detox.

A richiesta del paziente, si possono esaminare protocolli di digiuno intermittente o simili, al fine di fornire gli stimoli necessari per ottenere una soddisfazione estetica senza sforzi eccessivi. Inoltre, secondo le necessità e la volontà del paziente, posso consigliare integratori naturali per favorire il metabolismo e potenziare gli effetti della dieta.

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