La collaborazione tra un professionista dell’alimentazione, come un Dietista, e il suo paziente è di fondamentale importanza per riuscire a portare quest’ultimo a raggiungere il suo obiettivo, di qualunque natura esso sia. In questo articolo ti voglio parlare del mio metodo di approccio.
La scelta del professionista della nutrizione
Quando una persona deve scegliere il professionista giusto per farsi supportare, ci sono diversi fattori, consci e inconsci, su cui basa la propria scelta. Uno di quelli su cui voglio porre l’attenzione è la mentalità con cui il cliente è in grado di affrontare un programma alimentare o una dieta.
Chiarisco subito cosa intendo. Spesso mi viene detto”Dottoressa ho bisogno che lei mi dia una dieta precisa perché se è troppo libera io faccio di testa mia e non la seguo“. Oppure accade l’esatto opposto, “Dottoressa non mi dia una dieta dove devo pesare le cose perché so già che non la seguirò e mollerò tutto dopo poco tempo“.
C’è anche chi, a priori, non sa in che modo affronterà il programma e semplicemente si affida al Dietista. Soltanto in corso d’opera capirà cosa gli va stretto e cosa invece funziona bene.
Diverse linee di pensiero: ecco la mia
Anche i vari professionisti dell’alimentazione si suddividono in diverse categorie. C’è chi segue una linea dura, fatta di indicazioni molto precise e difficilmente negoziabili. Altri, invece, hanno un approccio morbido e flessibile fatto di linee guida generali. Infine, c’è chi adatta l’approccio in base alla capacità del paziente di seguire la dieta indicata.
La mia esperienza personale mi ha portato a maturare una certa sensibilità di accoglienza del punto di vista del paziente e del suo bisogno. Per questo motivo, se si vuole costituire una collaborazione dietista paziente che funzioni, è necessario un approccio da parte del professionista che permetta al paziente di utilizzare al meglio lo strumento dieta per raggiungere il suo obiettivo. Secondo la mia esperienza, la cosa migliore è non costringere il paziente a seguire in modo inflessibile la linea del professionista, ma piuttosto adattarla in base alle specifiche necessità.
Seguire le esigenze di ogni paziente
Se un paziente sente di aver bisogno della linea dura, sarà il professionista, a mio avviso, ad adattarsi a tale richiesta. Se ad un paziente serve libertà, il professionista deve essere in grado di creare un programma flessibile. Personalmente, i migliori risultati li vedo quando i pazienti sentono loro la dieta. Questo indipendentemente dal fatto che sia direttiva o più libera; ma bensì perché risponde perfettamente al loro modo di operare, anche a livello psicologico!
La collaborazione dietista cliente, quindi, non passa per l’assunto “io ti dico cosa devi fare e tu lo fai (che ti piaccia o no). Al contrario, il mio metodo è proprio l’opposto: “dimmi come agisci e ti creo un programma che rispetta il tuo modo di agire”.
Poi nel tempo si potrà anche lavorare sulle criticità delle diverse modalità di fare una dieta, ma solo e soltanto quando il cliente sarà pronto per farlo.